Incontro con Maurizio Zaccaro

 

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Alla Baldini…Ascoltare, conoscere, curiosare

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Un breve romanzo diviso in due tempi “cinematografici” che scorrono paralleli. Due storie ovviamente destinate a intrecciarsi fra loro. Nella prima, un’anziana attrice di prosa affronta con originale determinazione le avvisaglie dell’Alzheimer. Nell’altra, una giovane donna sfida con coraggio la malattia della persona amata, fino alle estreme conseguenze. In questa biforcazione del destino che avvolge i protagonisti di entrambi i racconti non viene dato alcuno spazio alla mestizia ma solo al paradosso, a volte involontariamente comico, che determinate situazioni portano con sé. Ovvero, la capacità d’inventarsi di tutto pur di sconfiggere, anche a costo di dolorosi sacrifici, le avversità che la vita ci riserva e, con esse, le menzogne delle multinazionali del farmaco che detengono il monopolio delle cure sulla nostra salute. “L’ultima volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato male per un mese intero”. La battuta è di Groucho Marx.

 

 

Maurizio Zaccaro, regista e sceneggiatore (ed ora anche produttore cinematografico). E’ è nato a Milano. Si è diplomato alla scuola del cinema di questa città. Ma da oltre vent’anni vive a Santarcangelo di Romagna. Ha vinto il David di Donatello con il film “Dove comincia la notte” e il Premio Solinas per la sceneggiatura di “L’Articolo 2”.

Altre numerose nomination per il David le ottiene con “Il carniere”, e con “Un uomo perbene” (Premio Pasinetti alla 56a Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia). Significativa la sua collaborazione con Ermanno Olmi. Si ricorda la questo proposito la collaborazione alla regia per il film “Torneranno i prati” (2015). Dal 2000 a oggi ha diretto anche molti documentari e film-tv, fra i quali “Cuore”, “I ragazzi della via Pál”, “Al di là delle frontiere”, 
“’O Professore”, “Le ragazze dello swing” e “Il sindaco pescatore”. Nel 2011 ha fondato la FreeSolo Produzioni srl, casa indipendente multimediale per la produzione cinematografica, televisiva, teatrale ed editoriale.

Per questa casa di produzione è uscito nel 2013 “Il piccolo mare. Luoghi e persone di cui voglio parlare”, dedicato alla Valmarecchia. Nel gennaio di quest’anno (2017) il film documentario “La felicità umana” che sarà presentato giovedì prossimo 12 ottobre, alle ore 21,15 al teatro Supercinema/sala Wenders.

 

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Ugo Amati è vissuto a lungo in Francia, dove è stato in analisi con Jacques Lacan e dove ha lavorato presso la clinica La Borde diretta da Jean Oury. Psichiatra, psicanalista, è autore di numerose opere sui processi della creazione estetica e sullo spazio della follia; alcune di esse sono state tradotte e pubblicate all’estero. Vive e lavora tra Roma e Santarcangelo di Romagna.

Tra le sue opere: Lo spazio della follia (Bertani, Verona 1974), L’uomo e le sue pulsioni (Melusina, Roma 1994), Arte, terapia e processi creativi (Borla, Roma 1996), Freud e Lacan a Roma (Borla, Roma 1977), L’anoressia dello spazio (Borla, Roma 1999), Gnosi e psicanalisi (Borla, Roma 2002), La psichiatria negata (Borla, Roma 2003), La pulsione di Orfeo (Borla, Roma 2004), Se Freud si fosse fermato a Rimini (Alpes, Roma 2006), La luce. Dialogo tra uno psichiatra e un pittore (Il Veliero, Pesaro 2007), Lacan nella cripta dei cappuccini (Alpes, Roma 2007), L’incantesimo della creazione (Alpes, Roma 2008), La psichiatria in trincea (Alpes, Roma 2009), Da Berlino (Tabula fati, Chieti 2015), La psicanalisi del calcio (Tabula fati, Chieti 2015). Infine Avec (Tabula Fati, 2016).
Ha pubblicato i romanzi: Buio a Stromboli (Tabula Fati, Chieti 2007), Affinità assassine (Solfanelli, Chieti 2008), Paraguai (Tabula fati, Chieti 2011), Il teorema di Gödel (Tabula fati, Chieti 2013) e L’avvicendamento (Tabula fati, Chieti 2014). Infine Affinità assassine sul divano : profili diversi dell’immaginario sociale (con prefazione di Luciana La Stella – ed. Aracne, 2016). Infine, del 2017 è la pubblicazione, per la casa editrice Solfanelli, di Chieti,di “Sul divano con Luca”.

Per ciò che riguarda in particolare Santarcangelo da ricordare i suoi contributi nei cataloghi delle mostre dedicate a Flavio Nicolini: Il segno maestro (2008) e a La luce: Giulio Turci-Guido Cagnacci (2017), nonché la postfazione alla raccolta poetica di Marino pracucci “Renè” Gioia e dolore (2016).

 

 

 

 

 

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